La Psicoterapia Interpersonale in Italia
A cura di Paolo Scocco
La psicoterapia interpersonale (IPT) è stata sviluppata intorno agli anni ’60 nelle università della costa orientale degli Stati Uniti. Inizialmente venne impiegata come trattamento aspecifico, mettendo insieme le tecniche e i fattori terapeutici aspecifici comuni ad altre psicoterapie. Potremmo dire quindi che l’IPT è stata scoperta by serendipity.
La decisione di manualizzare l’intervento si deve a Gerald Klerman che era rimasto affascinato dal manuale sulla terapia cognitiva di Aaron Beck. Dopo vari adattamenti del manuale operativo utilizzato nei trial dai ricercatori, nel 1984 venne pubblicato “Interpersonal Psychotherapy of Depression” a cura di Klerman stesso e di Mirna Weissman, Bruce Rounsaville e Eve Chevron. L’arrivo in Italia dell’IPT può essere fatto risalire alla pubblicazione cinque anni più tardi, ad opera della casa editrice Bollati Boringhieri, della traduzione del manuale di Klerman e collaboratori curata da Giuseppe Berti Ceroni. Nonostante questo sforzo editoriale non si assistette negli anni successivi ad una reale diffusione dell’IPT nel nostro paese. Solo nei primi anni novanta con i risultati ottenuti dal gruppo di ricerca dell’università di Pittsburgh coordinato da David Kupfer ed Ellen Frank ritornò vivo in tutta la comunità scientifica internazionale l’interesse sull’IPT. Risale infatti a quegli anni lo sviluppo della IPT di mantenimento e la pubblicazione dei dati del primo trial di confronto tra una psicoterapia e una farmacoterapia della durata di 3 anni (Frank et al, 1990), seguito da un’altro studio della medesima durata su un campione di pazienti anziani (Reynolds et al, 1999). L’importanza di quegli studi fu tale non solo per la loro lunga durata, per aver impiegato e studiato gli esiti di trattamenti antidepressivi (IPT vs farmaci) somministrati per 3 anni, ma anche per aver valutato l’efficacia di un’opzione terapeutica – la combinazione di farmaci e psicoterapia – fino ad allora solo raramente utilizzata nella ricerca ma addirittura osteggiata nella pratica clinica. Questi studi presentarono un’altra sfida: nella fase di mantenimento (dopo la remissione dalla fase acuta) la Psicoterapia Interpersonale veniva impiegata a “basso dosaggio” (una sola seduta al mese) e confrontata con la terapia farmacologica somministrata a dosaggi uguali a quelli utilizzati nella fase acuta.
Negli anni successivi furono presentati in tutto il mondo anglosassone numerosi altri adattamenti dell’IPT per un impiego nella depressione di adolescenti, anziani, nella depressione concomitante ad altre patologie (es. HIV) o condizioni fisiologiche (es. in puerperio) o adattamenti per altre patologie (es. binge eating disorder o fobia sociale). Tali risultati clinici e novità terapeutiche ebbero una grande eco in Italia come a livello internazionale.
Nella seconda metà degli anni novanta in Italia furono organizzati corsi di formazione e seminari intensivi con esperti IPT statunitensi: nel 1996 a Venezia con John Markowitz e l’anno successivo a Bologna con Ellen Frank.
Nel 1999 fu pubblicato il primo testo curato da autori italiani, Andrea Pergami e Luigi Grassi (in collaborazione con JC Markowitz) su “La psicoterapia interpersonale (IPT): Il trattamento psicologico della depressione nell’infezione da HIV” edito dalla Franco Angeli.
Nello stesso anno, la seconda edizione del Trattato Italiano di Psichiatria, curato dal gruppo fondatore della Società Italiana di Psicopatologia, comprendeva un capitolo sulla psicoterapia interpersonale redatto da Filippo Bogetto e Silvio Bellino dell’Università di Torino.
Ma l’evento che segnò una svolta epocale per l’IPT in Italia accadde, nel 2001, con l’inizio della collaborazione tra Ellen Frank dell’università di Pittsburgh e Giovanni Battista Cassano dell’Università di Pisa sul progetto di ricerca “Depression: the search for treatment relevant phenotypes”. Era la prima volta che l’IPT veniva utilizzata in un trial in Italia. La formazione dei futuri terapeuti di Pisa venne curata da Paolo Scocco del Dipartimento di Salute Mentale di Padova, attuata secondo le indicazioni della isIPT (International Society of Interpersonal Psychotherapy) e con una modalità innovativa di supervisione a distanza sulle sedute audio-registrate, che è stata oggetto di una pubblicazione.
Nello stesso anno (2001) la Bollati Boringhieri pubblicò il Manuale di Psicoterapia dell’anziano, curato da Paolo Scocco, Diego De Leo e Luigi Pavan, che conteneva due capitoli sull’IPT nell’anziano, rispettivamente individuale e di gruppo.
L’esperienza del trial “Depression: the search for treatment relevant phenotypes” portò alla crescita di un gruppo di terapeuti interpersonali italiani che negli anni successivi contribuì a diffondere l’IPT in tutta Italia attraverso l’organizzazione di numerosi corsi di formazione e simposi nei principali congressi scientifici. Nel 2005, a cinque anni dalla nascita isIPT, fu fondata a Pisa la Società Italiana di Psicoterapia Interpersonale.
In quel periodo fu istituito un corso di psicoterapia interpersonale presso la Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell’Università di Torino.
Il 2006 vide l’inizio del primo trial multicentrico italiano dove venne utilizzato il Counselling Interpersonale. Tale studio denominato “Farmaci antidepressivi ed interventi psicologici nel trattamento della depressione lieve in medicina generale” fu coordinato da Domenico Berardi dell’Istituto di Psichiatria dell’Università di Bologna con il coinvolgimento di altri 8 centri universitari in tutta Italia: Torino, Pavia, Varese, Cagliari, Foggia, Perugia, Modena e Bari. Anche in questo trial la formazione e la supervisione fu curata da Paolo Scocco. In questo caso venne utilizzata la supervisione di gruppo e come materiale le videoregistrazioni delle sedute di IPC.
Nell’anno successivo, 2007, a Pisa fu fondato il primo Master universitario di secondo livello in “Psicoterapia Integrata ad Orientamento Interpersonale” che si rinnovò annualmente fino al 2011.
L’ultima esperienza editoriale, la traduzione italiana di un manuale di Ellen Frank edito negli USA, risale al 2012 “Curare il disturbo bipolare – Manuale clinico della terapia interpersonale e dei ritmi sociali” un adattamento della tecnica al disturbo bipolare. La traduzione è stata curata da Gabriele Sani e Alexia Koukopoulos per la casa editrice Alpes Italia.